
UNO
DEI MASSIMI ESEMPI DI ARCHITETTURA ROMANICA
Dalla
Villa comunale, la cui origine risale al 1580 (villa Odescalchi), a est
della città (dal cui belvedere veduta sul mare, la Maiella e il Gran Sasso) si
prende la via Roma fino a sboccare nella piazza in cui sorge
l’imponente mole della Cattedrale (S.
Maria Assunta).
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La Basilica Cattedrale |
Eretta
sul posto di un’altra chiesa del secolo IX - X, di cui restano due absidiole
nella navata sinistra e in quella centrale, sorta a sua volta sulle rovine di un
edificio termale romano (resti di mosaici sotto l’attuale presbiterio), è un
superbo esempio di architettura medioevale, fra i più integri d’Abruzzo.
Tutta in pietra d’Istria, cui il tempo ha conferito una magnifica patina color
sughero, il tempio venne consacrato nel 1223, ma fu ricostruito tra gli ultimi
decenni del Duecento e i primi anni del Trecento.
LA
FACCIATA IL PORTALE IL ROSONE
La facciata rettangolare, di una semplicità
imponente (pare che l’originaria cuspide superiore sia caduta per il terremoto
del 1563), è tripartita da svettanti paraste e si adorna nel mezzo di un
ricchissimo portale, dovuto a quel maestro Rainaldo al cui nome è legata la
scuola detta atriana: esso è collegato, mediante incorniciatura a timpano
nascente da due leoni visti di fianco, ad uno splendido rosone
circolare chiuso da colonnine metà a tortiglione e metà a spine
semplice. I dodici raggi partono da una
coroncina centrale e vanno a sostenere delle arcatelle trilobate. Al
di sopra della corona troneggia una statua della Madonna col bambino sulle
ginocchia.
Il portale maggiore ha gli stipiti
finemente intagliati, con colonnine spirali che in vario ordine entrano per
tutta la spessezza del muro a sostenere i vari archi concentrici.
Vi si scorgono arabeschi, meandri, fogliame, e alcuni tritoni così vagamente
intagliati, da somigliare a delicati ricami.
Al centro della facciata vi è la Madonna con il bambino. La sua costruzione, può
stabilirsi ai primi anni del '300.
L'affresco posto nella lunetta dell'archivolto è del XV secolo, e rappresenta
l'Assunzione di Maria SS. al cielo, al quale è dedicata la basilica-cattedrale.
Ai lati del portale, due leoni stanno a guardia accovacciati su mensole i cui
supporti sono riccamente intagliati.
La frangia orizzontale, nella parte terminale della facciata, fu molto
probabilmente eseguita dopo il terremoto del 17 Settembre 1563, evento riportato
dal "Necrologico" della cattedrale: " Nel giorno 17
Settembre del 1563, nell'ora decima sesta, avvenne un terremoto così grande
che, in questi nostri tempi, a memoria d'uomo, non se ne ricorda uno più forte:
la facciata di questa chiesa, sotto la porta maggiore, fu squarciata dalla
violenza della scossa, e caddero al suolo le pietre della sommità di detta
parete".
Sembra da questa descrizione che il coronamento fosse originariamente a
cuspide e non quale oggi si presenta.
Ai lati del portale, a metà dalle due suddivisioni formate dalle lesene a circa
due metri dal suolo, si possono notare due lunghe scanalature per una lunghezza
di 2 m. quella di sinistra, quella di destra di m. 1,50.Nell'attuale piazza, fin
dall'antichità luogo di mercato, gli Atriani si servivano di queste due misure
per la compravendita di stoffe, cordame, ecc.
A destra del portale restano le
tracce di un dipinto del XV secolo, raffigurante S. Cristoforo il quale, come
vuole la tradizione, protegge chiunque lo invoca prima di intraprendere un
viaggio.
LA
FACCIATA LATERALE S. REPARATA
Il fianco destro è ritmato da paraste, fra le quali i aprono snelle monofore e
tre eleganti portali minori, anche questi caratterizzati da incorniciatura a
timpano.
Il portale mediano è quello più antico (1288), dovuto a Raimondo di
Poggio, definito, nella lapidetta che vi è murata, maestro eccellente nella sua
arte: è di semplici forme romaniche, con timpano ribassato tra due leoni
affrontati ed ha nella lunetta, sormontata dall’agnello mistico, un affresco
molto svanito, con la Madonna tra due santi ed angeli.
Anche il portale di destra, con
l’agnello al vertice del timpano e con la Madonna tra i Ss. Pietro e Paolo in
affresco nella lunetta, è di Raimondo di Poggio, firmato e datato 1302.
Il portale di sinistra, elegantissimo e il più ricco dei tre, con
l’incoronazione di Maria in
affresco nella lunetta, è invece di Rainaldo d’Atri, firmato e datato 1305:
è detto Porta Santa e si apre solo nell’ottava dell’Assunta.
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Il rosone centrale |
Al termine del fianco destro della Cattedrale, forma angolo la barocca chiesa di
S. Reparata, di Giovanni Battista Gianni
da Milano (1741), nella quale è stato trasportato il ciborio ligneo a colonne
tortili che stava sopra l’ altare maggiore della Cattedrale, eseguito da Carlo
Riccione (che vi lavorò per circa tredici anni dal 1677 al 1690) ad imitazione
di quello berniniano della basilica di S. Pietro in Vaticano; il Riccioni stesso
fu infatti uno degli allievi di Lorenzo Bernini.
La chiesa fu eretta a spese del comune,
essendo Santa Reparata la patrona della città.
IL
CAMPANILE
Dal fianco sinistro della Cattedrale si alza il campanile,
alto m. 54.50: sopra la canna quadrata romanica si slancia il tamburo ottagonale
a bifore con sovrastanti occhi contornati da ciotole maiolicate e coperto a
piramide, opera di Antonio da Lodi (fine del ‘400). È stato, con quello della
Cattedrale di Teramo, il prototipo di gran parte dei campanili nella provincia,
anche di quelli più moderni. Dalla cella campanaria (le otto campane, tra le più
famose d’Abruzzo, sono state recentemente rifuse), si può salire
all’ottagono godendo di uno stupendo panorama.
I lavori iniziati nel 1228 furono portati a
termine per un’altezza di 37.70 m. fino alla torre con le celle delle quattro
campane, nel 1305 dal maestro Rainaldo da Atri.
Alla base quadrata, larga 8 m. ed alta 8.60 m., si succedono ben quattro
piani anch’essi quadrati. I primi due all’esterno sono fregiati da leggere
cornici a forma di dentelli e fiori a punta di diamante; gli ultimi due sono
resi più vivaci da ornamenti vari.
Nel penultimo quadrato si aprono quattro finestre circolari, nell’ultimo i
quattro fori per le campane. Queste possono essere raggiunte, dall’interno
della Chiesa, dopo aver asceso 147 gradini. I bronzi si trovano: tre nella parte
superire dell’ottagono, 4 nella cella campanaria.
Ognuna di esse ha un nome tipico ed una iscrizione:
Il CAMPANONE del peso di 36.80 q.li posto ad ovest, reca le seguenti
iscrizioni: “Nell’ anno del Signore 1953, io campana, rifusa coi pezzi
dell’ antica e precedente campana, elevo al cielo le lodi di Dio e le
preghiere del genere umano che implora la pace tra minacce di guerra e
controversie di popoli”. “ Cerca la pace di Cristo tu che speri che
risplenda la pace; affinché tu non abbia a gridare invano, io canto parole
sonore”. “…io ripeto attraverso l’ aria le esortazioni del Sommo Pastore
di Cristo affinché regni l’ amore. Invano le genti cercano giustizia e pace,
se aguzzano i denti mentre fugge l’ amore”.
La MARE così chiamata perché esposta verso il mare; pesa 26 q.li ed
è la più antica poiché datata 1622. “La mia voce invoca una mente Santa
e libera, onore a Dio e libertà per la Patria. Ricomponi in unità, o
Reparata, le anime discordi”.Questa iscrizione è sormontata dall’
effigie di S. Reparata, protettrice della città.
La SOLE così chiamata perché
esposta a Mezzogiorno; pesa 16.26 q.li.
La VURE così chiamata perché esposta a Borea; pesa 12.48 q.li.
Le cincipà
sono due campane così chiamate per il suono tipico che emettevano: cin…cì-pà,
quando in Atri si poteva ancora ascoltare un concerto di campane. La prima delle
due è la CIMA pesa 1. 46 q.li. “Benché
piccola dirigo tutto il concerto e le altre campane associano armonicamente
tutti i miei comandi”;la seconda è la CINCIARELLA
: il nome stesso ne indica la rumorosa allegria.
La PARROCCHIALE pesa 3.39 q.li. “La mia voce di suono
non grande suole invitare i fedeli salutandoli dal culmine alto della torre”.
Nella parte terminale del campanile si slancia il tamburo ottagonale a
bifore con sovrastanti occhi contornati da terrecotte invetriate di Castelli, di
forma circolare.
Come già accennato quest’ultima parte del campanile fu innalzata per opera
d’Antonio Da Lodi, l’artista lombardo che nel 1493 lavorò a Teramo, e fu
conclusa nel 1502.
La raffinata precisione e delicatezza gli consentirono di inserire la sua opera
nel contesto di Rainaldo, senza per questo andare incontro a stonature.
L’INTERNO
GLI AFFRESCHI VOTIVI L’ACQUASANTIERA LA CAPPELLA DI S. ANNA L’ORGANO IL
BATTISTERO
L’interno, lungo m. 56.60 e largo m. 24.70, è a tre navate, divise
da arcate a sesto acuto su sette pilastri polistili per lato, ma, mentre le
prime tre coppie di pilastri sono intatte, le quattro successive, che sostengono
gli archi più alti e vasti, appartenenti alla parte più antica della
costruzione, sono state rafforzate, forse alla fine del secolo XIII, da
involucri ottagonali, sui quali sono affreschi votivi
di mani diverse (Antonio da Atri e Giacomo da Atri). Da notare, al 4°
pilastro destro, una bella Madonna col Bambino (1465) e, al 4° di
sinistra, una Madonna col Bambino sotto tabernacolo sorretto da Angeli.
Al 2° pilastro destro, acquasantiera
sostenuta, interessante nota realistica, da una donna in costume paesano.
Al principio della navata destra, bella edicola rinascimentale in pietra, su
quattro colonne scanalate di ordine ionico, con archivolto ornato da serafini e
con gli stemmi Piccolomini e Acquaviva: è conosciuta anche come cappella
di S. Anna ed è opera di Paolo de Garviis (1503).
Discendendo la navata, imponente organo a 6000 canne (il più grande
dell’Abruzzo). Segue, al di là della parte inferiore del campanile, il battistero,
con la vasca, finemente ornata, sotto elegantissime edicola su quattro pilastri
dalle ricche candelabre, opera firmata e datata (1503) di Paolo de Garviis
(entro la vasca battesimale è la cosiddetta vaschetta bizantina, con
quattro curiosi leoncini rampanti). Nella parete interna della facciata,
notevoli affreschi votivi del secolo XIV, attestanti la cultura
figurativa locale.
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Andrea de Litio:Coro dei
Canonici |
IL
CORO LA DANZA MACABRA
Il coro , a pianta quadrata e
voltato a crociera con costoloni (appartenente alla parte più antica
dell’attuale chiesa, risalente cioè intorno al 1180) è decorato da
interessanti affreschi di Andrea de
Litio (poco dopo il 1450, secondo alcuni, o del 1481, secondo altri), i
quali costituiscono il più grande ciclo pittorico del Rinascimento abruzzese.
Nella volta, in ciascuno degli spicchi, un Evangelista, un Dottore e
2 Virtù (teologali e cardinali). Alle pareti sono raffigurati episodi
della vita di Gesù e Maria, tutti accompagnati da scritte esplicative in
italiano, infiorano da modi dialettali.
Parete destra dall’alto: Incontro di S. Gioacchino e S. Anna alla Porta Aurea;
Visitazione, Nascita di Gesù, Epifania; Incoronazione di Maria. Parete di
fondo: Visione di S. Gioacchino nell’eremitaggio e ritorno a Gerusalemme;
Sposalizio di Maria, Annunciazione; Strage degli Innocenti, Disputa nel Tempio,
Nozze di Cana; Commiato dagli Apostoli (l’affresco è stato in gran parte
distrutto quando vi fu addossato lo stallo mediano del coro), Cristo uscente dal
Sepolcro con i simboli eucaristici. Parete sinistra: S. Gioacchino e S. Anna
cacciati dal Tempio; Natività di Maria, Presentazione di Maria, Maria intenta
alla preghiera e al lavoro (nel fondo, l’Annunciazione); Fuga in Egitto; Maria
riceve dall’Angelo la palma , cioè l’Annuncio del Transito. In fondo alla
navata destra, porta per la chiesa di S. Reparata. Nei pilastri, grandi
energiche figure di Santi : nei mistilinei delle arcate laterali, busti di
personaggi che si affacciano da finestrine: nell’arcata destra si vorrebbero
riconoscere l’autoritratto dell’artista (a sinistra) e il vescovo; in quella
di sinistra, il canonico soprintendente ai lavori e Andrea Matteo III d’Acquaviva
(o il padre di lui); nei sottarchi figure di Santi .
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Danza macabra |
Nell’ultima
campata della navata sinistra, resti di un affresco della fine del ‘200, con
2 scheletri di una danza macabra,appartenenti
forse ad una rappresentazione dell’incontro dei vivi e dei morti, nonché le
tracce di due absidiole, che testimoniano l’esistenza della più antica
basilica atriana.
IL
PAVIMENTO MUSIVO L’ALTARE
Il pavimento del presbiterio
antistante lascia intravedere, attraverso lastre di cristallo, vasti tratti di pavimento
musivo romano in bianco e nero, con raffigurazioni di animali
acquatici, appartenenti ad un edificio termale del secolo III, costruito sopra
una grande conserva d’acqua, nonché una base di colonna, nella quale si
dovrebbe riconoscere un resto della primitiva chiesa. L’altare
maggiore è formato da un blocco
parallelepipedo con le facce contornate da belle cornici: l’antipendio
è costituito da una lastra marmorea decorata ad intarsio di coccio
pesto rosso cosparso di pietruzze
di marmo;
nella cornice superiore del fianco destro si legge la firma
dell’autore: Raulino (questo altare è analogo a quello di S. Clemente al
Vomano).
IL
CHIOSTRO LA CONSERVA D’ACQUA
Dalla
navata sinistra si accede al piano della loggia superiore del chiostro,
che si sviluppa su tre lati di dieci arcate ciascuno, con tozze colonnette in
cotto, alcune con svariati capitelli, generalmente molto schiacciati e databili
alla fine del secolo XI. Vi si conserva il lapidario con reperti romani e
medioevali.
Si scende poi al porticato inferiore, con archi ogivali su vaste colonne, sotto
il quale si trovano altri reperti preromani, romani e medioevali e resti di
affreschi alle pareti. Da qui bella e interessante vista della parte posteriore
della cattedrale e del campanile. Si scende infine alle tre arcate che precedono
la conserva d’acqua, la cui fronte
presenta un portale a quadruplice
rientranza e quattro monofore profondamente strombate. Le decorazioni plastiche
appaiono con molta probabilità eseguite da maestranze abruzzesi tra il 1080 e
il 1100. L’interno mostra una cisterna romana consistente in una sala di metri
25 x 24.20, con le pareti ad opera isodomica e divisa da grossi pilastri in
cinque navate. Interessanti gli affreschi databili, per la maggior parte,
ai primi decenni del secolo XV. Nel muro di settentrione è posto un sarcofago
di laterizio, decorato da uno stemma con mezza luna e tre stelle; conteneva
le spoglie del beato Nicola d’Atri, fino a quando, alla fine del secolo XV,
queste furono trasferite nella Cattedrale .
L’impianto del complesso è sicuramente di epoca repubblicana, ma l’attuale
divisione è da riferirsi alla fine del secolo II. Al di sopra sorgeva un
edificio termale (di cui gli scavi hanno messo in luce parte del pavimento
musivo) , sostituito poi dalle costruzioni dell’attuale Cattedrale.
Il chiostro, con i locali annessi, ospita le raccolte del Museo
Capitolare.
IL
TEATRO COMUNALE IL MOSAICO ROMANO GLI
SCAVI ARCHEOLOGICI
Di fronte alla Cattedrale è
il Teatro comunale, a tre ordini di
palchi, eretto nel 1881 e chiaramente ispirato al modello scaligero.
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Il mosaico romano |
Lungo la Via Ferrante, addossata ad una parete si osserva un mosaico
romano. Faceva parte di un’abitazione che sorgeva intorno alle
terme. Bellissimi ed originali i disegni del mosaico con motivi di decorazione
stilizzati e variabili. Interessanti le palmette incolonnate e capovolte come
pure la ruota uncinata visibile in alto. La “svastica” rappresenta, secondo
le credenze dell’epoca, il simbolo della salute e della protezione della casa
contro la sfortuna ed i pericoli. Il mosaico per il suo stile geometrico
ornamentale, appartiene al periodo che va dalla fine del I e l’inizio del II
secolo d.C.
Allo
sbocco di via ferrante sulla piazza della Cattedrale; nel 1982 furono messi in
luce altri
brevi tratti di pavimento,
tutti nell’angolo nord-ovest della piazza. Dell’ambiente A, si conserva la
pavimentazione musiva in bianco e nero ed un brevissimo tratto di muratura, che
la documentazione di scavo non consente di definire. Il tipo di partizione
suggerito dagli schemi pavimentali fa propendere per l’identificazione di
quest’ambiente con il triclinium di una domus: su un grande quadrato centrale
ornato con stelle di otto rombi e quadrati, sono, infatti, accostati sul lato
lungo quattro rettangoli, di cui tre con pavimentazione uguale ed uno, in
probabile corrispondenza con la soglia, più grande e con ornamentazione
differente; negli spazi di risulta, ai quattro estremi dell’ambiente erano dei
riquadri minori, dei quali solo uno è parzialmente conservato. L’ambiente B,
del quale si sono ritrovati tre muri in laterizio, ha una pavimentazione in
battuto bianco con fascia perimetrale in mosaico bianco e nero e decorazione
interna a rosette di quattro tessere nere. Sotto questo pavimento asportato, si
è rinvenuto un muro a grossi ciottoli di fiume. Presso l’angolo con via
dell’Orfanotrofio, si è messo in luce un ulteriore tratto di mosaico con
orientazione a tessere nere formanti fasce di nodi “piani”.
DATAZIONE: è plausibile che la domus sia stata costruita nel periodo adrianeo o
in età leggermente posteriore, per la particolare diffusione in questo periodo
del motivo ornamentale delle stelle di rombi che caratterizza il riquadro
centrale dell’ambiente A.
Die
Basilika Kathedrale S. Maria Assunta
Diese
prächtige Basilika wurde zwischen 1285 und 1305 errichtet, auf einer vorher
gebauten Struktur mit fünf Schiffen; dieser Bau ist vielleicht zwischen dem IX.
Jahrhundert datierbar. Die Kirche erhebt sich auf der Fläche der antiken römischen
Thermen. Die ausgegrabenen Überreste sind ein deutlicher Beweis dafür der
vorlegenden Piazza Duomo und die vielen Funde, die innerhalb des Tempels
vorhanden sind , im
Kreuzgang und vor allem in der Krypta, die ursprünglich das Becken der
Thermenanlage war (man kann noch die zwei Öffnungen für den Wasserfall sehen).
Wahrscheinlich wurde es nur vom X.-XI. an ein heiliger Ort. Von aussen gesehen,
ist die Basilika ein religiöser romanischer Bau, mit der Fassade in
horizontaler Krönung, ein Kennzeichen vieler Abruzzen Kirchen der Epoche. Die
Rosette und das majestätische Portal sind von Rainaldo von Atri errichtet
worden, der gleichzeitig auch Autor des ersten Portals im rechten Seitenstoss
war, während die anderen zwei Portals von Raimondo di Poggio errichtet wurden,
Raimondo di Poggio führte auch den Bau während der ersten Phase (1288-1302).
Dagegen, offenbart die Innenseite eine originale Zusammenstellung der
romanischen und gotischen Stile mit drei Schiffen von einer doppelten
Pilasterreihe geteilt, die Spitzenbögen in verschiedenen Größen stützen. Der
Chor, bestimmt der älteste Teil der Kirche, wurde mit prächtigem marianischem
Freskögemälde gegen 1481 vom Abruzzese Andrea Delitio geschmückt. Die Apsis
des Mittelschiffes wurde neulich erhöht, um durch Glasöffnungen das römische
Fussboden des Altthermalen Gebäudes bewundern zu können. Die Seitenschiffe und
die Pilaster sind mit kostbaren Freskogemälde geschmückt, einige sind vor dem
XIII. und XIV. Jahrhundert andere wiederum von der ,,delitiana Schule".
In den Seitenschiffen sind auch Skulpturwerke von großer Bedeutung vorhanden,
wie das Baptisterium und die kapelle Acquaviva, an S. Anna gewidmet, beide vom
Lombarde Paolo De Garviis am Anfang des XVI. Jahrhunderts verwirklicht.
An der linken Seite erscheinen die Grundmauern des Kirchenturms, das 1257 auf römische
Überreste errichtet und 1502 von Antonio da Lodi vervollständigt wurde, der
auch die oktagonale zweibogige Trommel plante. An der gleichen Seite, hinten,
kommt man zum Kapitularmuseum, reich an kostbaren Gemälden, Skulpturen und
kleineren Werken. Vom rechten Schiff aus, kann man die anliegende S. Reparara
Kirche, des sechtzehnten Jahrhunderts erreichen, in der ein eindrucksvoller,
holzartiger Tabernakel thront. Er wurde am Ende des XVII. Jahrhunderts von einem
ortsansässigen Künstler Carlo Riccioni eingehaut. Er liess sich durch das, von
Bernini für die S. Peter Basilika in Vatikan verwirklicht, Meisterwerk in
Bronze anregen.
La partie à droite est
rythmée par des parastataux, entre lesquelles s'ouvrent des fenêtres à baie
unique et les trois élégants portails inférieurs, aussi caractérisés par
des encadrements à tympan. Le portail médian, dû à Raimondo di Poggio, est
le plus ancien (1288). Il y a, dans la lunette, surmontée d'un agneau mystique,
une fresque presque floue, avec l'agneau au sommet du tympan et avec la Vierge
entre les saints Pietro et Paolo, la lunette est de Raimondo di Poggio, signée
et datée de 1302. Le portail à gauche, très élégant est le plus riche, avec
le couronnement de la Vierge à fresque dans la lunette de Rainoldo d' Atri,
signée et datée 1305; il est appelé le "Saint portail" et il s'
ouvre seulement au huitième dimanche de l'Assomption. À la fin du flanc droit
de la Cathédrale, l'église baroque de Sainte "Reparata" de Giovanni
B.G. da Milano (1741) forme un angle, dans lequel l’église a été placée;
le ciboire en bois avec les colonnes torées a été effectué par Carlo
Riccione (qui a travaillé à ce ciboire pendant treize ans de 1677 à 1690)
copié sur le ciboire de Bernini qui se trouve dans la basilique de Saint Pierre
au Vatican ; en effet, le Riccioni fut un des élèves de Lorenzo Bernini. L'église
fut construite aux frais de la commune, parce que Sainte "Reparata"
est la patronne de la ville.
LE
CLOCHER ET LES CLOCHES
A gauche de la Cathédrale
s' élève le clocher, 54.50m de hauteur: sur
la canne carrée romane s'élève le tambour octogonal cuspidé aux
ouvertures d' écuelles en faïencées entourées, oeuvre d'Antonio da Lodi (fin
1400).
Il a été, avec le clocher de la Cathédrale de Teramo, le modèle qui sera
imité dans toute la région. On peut accéder à la tour du clocher (la
cloche fait partie des huit plus belles des Abruzzes ): un belvédère
offre un beau et superbe panorama. Les travaux commencés en 1228 furent terminés
en 1305 par le maître Rainoldo d' Atri.
À une base carrée, large de 8m et haute 8.60m, se succèdent quatre étages également
carrés. A l'extérieur les deux premiers sont ornés de corniches dentelées et
de fleurs à pointe de diamant; les deux derniers semblent vivaces par des décorations
variées.
Dans l'avant-dernier carré s'ouvrent quatre fenêtres circulaires et dans le
dernier les quatre trous pour les cloches.
C'est possible de rejoindre ces étages, après avoir monté 147 marches. Trois
cloches se trouvent dans la partie supérieure de l'octogone, quatre dans la
tour du clocher.
Chaque cloche a un nom typique et une inscription: le "campanone" de
36.80q placé à l'ouest, porte l'inscription suivante: "Dans l' année du
Seigneur 1953, moi cloche, refondue avec les morceaux d'une ancienne et précédente
cloche, j' élève au ciel les louanges
de Dieu et les prières du genre humain qui implorent la paix parmi les guerres
et les divergences des peuples.
Cherche la paix du Christ, toi qui espères que la paix éclate afin que tu n'aies
pas à crier en vain, je chante des mots puissants. Je réponds à travers l'air
des exhortations du Suprême Berger de Christ afin que l'amour règne. En vain
les peuples cherchent la justice et la paix, puisqu'ils aiguisent les dents
tandis que l'amour s'enfuit".
La «MARE», ainsi appelée parce qu'exposée vers la mer; pèse 26q et est la
plus ancienne parce que datée de 1622. "Ma voix invoque un esprit saint et
libre, honneur à Dieu et liberté pour la Patrie. Recomposées et réparées en
une salle, les âmes discordantes". Cette inscription est surmontée
d'une effigie de S. Reparata patronne de la ville.
La « SOLE » ainsi appelée parce qu'exposée vers le Sud, pèse
16.26q. La « VURE » ainsi appelée
parce qu'exposée vers le vent du Nord pèse 12.48q.
Les « CINCIPA » sont deux cloches ainsi appelées pour le son
typique qu'elles émettaient: cin ci-pa, quand à Atri on pouvait encore écouter
un concert de cloches.
La première des deux est la « CIMA » elle pèse 1.46q. « Même
si petite je dirige tout le concert et les autres cloches s'associent
harmonieusement à tous mes ordres »; la seconde c'est la « CINCIARELLA »
: le nom lui-même indique la bruyante allégresse.
La « PARROCCHIALE » pèse 3.39q « Le son de ma petite voix a
l'habitude d'inviter les dévots en les saluant du haut de la tour ».
Dans la partie finale du clocher s'élève le tambour octogonal cuspidé de
vitraux de Castelli, cette dernière partie du clocher fut élevée par Antonio
Da Lodi, l'artiste lombard qui en 1493 a travaillé à Teramo, et fut terminé
en 1502.
LA
CATHEDRALE
Erigée sur une autre église
du siècle IX - X, dont il existe encore deux petites absides dans la nef gauche
et dans la centrale, érigée aussi sur les ruines d’un édifice thermal
romain (restes des mosaïques sous l’actuel presbytère), la Cathédrale est
un superbe exemple d’architecture médiévale, parmi les plus intégrales des
Abruzzes. Toute en pierre d’Istrie à laquelle le temps a donné une splendide
patine couleur liège, le temple fut consacré en 1223, mais il fut reconstruit
pendant les dernières dix années du XIII
siècle et les premiers années du XIV siècle.
LA
FACADE, LE PORTAIL, LA ROSACE
La façade rectangulaire,
d’une simplicité imposante (il semble que l’originaire soit tombée lors du
tremblement de terre de 1563), se pare au milieu d’un très riche portail, dû
au maître Rainaldo: il est relié au tympan par deux lions vus de coté, une
splendide rosace circulaire fermée par des petites colonnes à moitié en
tortillons et à moitié en pinses simples. Les douze rayons partent d’une
petite couronne centrale et soutiennent des arcs trilobés. Au-dessus de la
couronne trône une statue de la Vierge avec l’Enfant sur le genou. Le portail
plus grand a les montants finement sculptés, avec de petites colonnes en
spirales qui suivant un ordre varié, entrent par toute l’épaisseur du mur
pour soutenir les différentes arcs concentriques. On peut y voir des arabesques,
méandres feuillages, et quelques tritons si vaguement sculptés qu’ils
ressemblent à des délicates broderies.
La fresque dans la lunette de l’archivolte est du XV siècle et représente
l’Assomption de Marie au ciel, à qui est dédiée la Cathédrale. Sur les côtés
du portail, deux lions font la garde, accroupis sur des consoles dont les
supports sont richement sculptés. La frange horizontale, dans la partie
terminale de la façade, fut probablement exécutée après le tremblement de
terre du 17 Septembre reporté dans le Nécrologies de la Cathédrale: Le 17
Septembre 1563, il y eut un tremblement de terre si grand que, de mémoire d’homme,
on ne s’en rappelle pas d’aussi fort; la façade de cette église, sous la
porte plus grande, fut brisée par la violence de la secousse, et les pierres du
sommet de ce mur tombèrent par terre.
Aux cotés du portail, à la moitié des deux subdivisions formées par les
pilastres à environ deux mètres du sol, on peut noter deux longues cannelures
d’une longueur de à gauche et de 1,50m à droite. Sur la place actuelle, dès
l’antiquité lieu de marché, les Atrians se servaient de ces deux mesures
pour l’achat et la vente des étoffes, cordes, etc.
A droite du portail il
y a des traces d’une peinture du siècle XV, représentant Cristoforo, qui,
comme le veut la tradition, protège qui l’invoque avant d’entreprendre un
voyage.
Le carrelage du presbytère
laisse entrevoir, à travers des plaques de cristal, la base d'une colonne (probablement
les ruines de l’ancienne église) et de grands morceaux de carrelage en mosaïque
blanc et noir, avec des représentations d'animaux aquatiques, qui appartiennent
à un édifice thermal du III siècle. Le maître-autel est formé d'un parallélépipède,
dont les faces sont cernées de belles corniches; l'anti-pente est constitué
d'une plaque de marbre, décorée de marqueterie de terre pilée rouge et émaillé
de petites pierres de marbre ; sur la corniche supérieure du côté droit, on
lit la signature de l'auteur: "Raulino".
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